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I shine SN 149, 213 e 231 - Foto Alessandro Liberalato

Al giorno d'oggi, con i dati raccolti finora, risulta siano sopravvissuti 8 computer SHINE-1, con i seguenti numeri di serie:
113, 129, 130, 132, 149, 193, 213, 231
Bisogna precisare che la Lorenzon Elettronica iniziò a numerarli partendo da 100, quindi ad esempio lo Shine ser. no. 113 è
in realtà il tredicesimo Shine prodotto. In totale vennero prodotti 150 esemplari di Shine-1.

Contattateci per segnalare il vostro computer, l'inserimento può avvenire anche in forma anonima.


SHINE #1 SERIAL NUMBER 113

Propietario: Francesco Carofiglio
Città: Bari
Condizioni del computer: Non funzionante, produce solo un garbage screen. EPROM configurazione base
Ritrovamento: Mercatino


SHINE #2 SERIAL NUMBER 129

Propietario: Angelo Caltabiano
Città: Mascali (CT)
Condizioni del computer: funzionante. EPROM in configurazione base. Manca la scritta "SHINE" sul case
Ritrovamento: Mercatino, proviene da un trasloco.


SHINE #3 SERIAL NUMBER 130

Propietario: Gabriele Banorri
Città: Bologna
Condizioni del computer: Funzionante. Con EPROM di controllo floppy, BASIC Plus, scheda video 80 colonne. Con manuale.
Ritrovamento: Era di un radioamatore


SHINE #4 SERIAL NUMBER 132

Propietario: Marco Lorenzon
Città: Trento
Condizioni del computer: Non provato. EPROM in configurazione base, è presente un'ulteriore EPROM con una demo inclusa.
Ritrovamento: Il suo Shine-1 personale


SHINE #5 SERIAL NUMBER 149

Propietario: Alessandro Liberalato
Città: Venezia
Condizioni del computer: Funzionante. EPROM in configurazione base. 32KB di RAM. Un paio di tasti non hanno il colore originale (sostituiti?)
Ritrovamento: Era di un radioamatore


SHINE #6 SERIAL NUMBER 193

Propietario:Roberto Visentin
Città: Venezia
Condizioni del computer:Funzionante. Con EPROM di gestione floppy, BASIC Plus e 32KB di RAM. Con manuale e cassette.
Ritrovamento: Acquistato all'epoca dalla Lorenzon Elettronica


SHINE #7 SERIAL NUMBER 213

Propietario: Luigi Serrantoni
Città: Imola (BO)
Condizioni del computer: Funzionante. EPROM in configurazione base, 32KB RAM.
Ritrovamento: 


SHINE #8 SERIAL NUMBER 231

Propietario: Alessandro Liberalato
Città: Venezia
Condizioni del computer: Funzionante. Con EPROM controllo floppy e BASIC Plus. Con manuale e un floppy "WORD"
Ritrovamento: Proviene da un collezionista di Roma


 

Inserisco questo breve testo sulle poche informazioni che ho reperito su questa azienda allo scopo di cercare di contattare persone che sappiano fornire ulteriori dettagli.

Breve storia aziendale

La Elit Micromegas S.r.l. fu fondata nel 1978 a Pisa da un gruppo di professori e ricercatori dell'università. La sede legale è a La Spezia, ma lo stabilimento si trova a Metato (Pisa).
A controlalre la società è Riccardo Cerretti, laureato in Ingegneria Elettronica all'Università di Pisa, che alterna l'attività didattica a quella industriale.

Nel 1979 l'azienda ha un organico di un centinaio di dipendenti, di cui il 20% impegnati in attività di sviluppo e ricerca.

L'azienda si sviluppa velocemente con un fatturato in rapida ascesa: 60 milioni di lire nel 1979, 2 miliardi nel 1980, 4 miliardi nel 1981.

Nel 1980 viene acquisita la IME di Pomezia, che sarà destinata alla produzione di sistemi word processing e di elaboratori elettronici.

Viene inoltre creata la società MICOM S.r.l. con sede a Milano, che commercializzerà in Italia e all'estero i prodotti aziendali.

Nel 1981 si trasforma in Società per Azioni, con un capitale di Lit. 1.300.000.000.

Questi investimenti provocano però la crisi aziendale.

I computer Elit Micromegas

Tra i prodotti dell'azienda sono noti i computer Ulisse, Giano ed Opus.

UIlisse

Le origini di questo elaboratore risalgono al 1976, quando fu realizzato un primo prototipo con la collaborazione del CNR.
Presentato nel 1979, era un elaboratore per applicazioni gestionali. Dotato di una memoria da 4 a 32 kB, una memoria a sola lettura da 2 kB, e doppio floppy drive.

mael_2000
Il computer Ulisse

Oltre all'hardware, anche il software era stato completamente sviluppato in Italia: il sistema operativo, denominato Gamma, ed un linguaggio proprietario di programmazione. Su questo linguaggio si legge sulla stampa dell'epoca "Di facile  apprendimento, esso consente la scrittura conversazionale dei programmi, la generazione dei prospetti d stampa direttamente da tastiera e la disponibilità immediata dei dati senza il requisito di gestire files da disco."

Si trattava probabilmente in una programmazione in lingua italiana, infatti il rivenditore d'oltralpe di Marsiglia così lo pubblicizzava: "Logiciel de base : basic - GAMMA. GAMMA est un langage conversationnel en français fait pour la gestion qui permet un gain de programmation de 40 à 60%".

L'elaboratore era dotato di interfacce di comunicazione predisposte per consentirne l'uso come terminale e sistema di posta elettronica e telex.

Giano

Si trattava di un sistema gestionale multiutente presentato nel settembre 1979. Era dotato di un doppio processore Intel 8085, ognuno equipaggiato di 16 o 32 Kbyte di memoria. Ogni CPU poteva gestire fino a 4 applicazioni provenienti da 4 terminali o sistemi Ulisse.

al quale potevano essere collegati fino a 13 tra terminali e stampanti. Le pubblicità ci indicano che il sistema era in commercio senz'altro fino al 1985. La pubblicità francese del 1982 indica la sua capacità di memorizzazionein 20 MB. Utilizzava verosimilmente lo stesso sistema operativo/linguaggio del modello Ulisse.

Sulla stampa specializzata viene riportato che nel 1980 la Elit Micromegas aveva interfacciato un computer Giano alle macchine stenografiche del Senato della Repubblica, macchine in uso da un centinaio di anni per documentare le discussioni in aula. Il computer era colelgato in modo trasparente alla tastiera della macchina (che assomiglia ad una tastiera di un pianoforte) e ne registrava i segni stenografici, per poi decodificarli in testo e memorizzarlo su disco, eliminando il lavoro di trascrizione dattilografica fino ad allora necessario.

Opus

Macchina di potenzialità minore, potevano essere collegati fino a 5 tra terminali e stampanti

Bibliografia

Alta Frequenza - Vol XLVIII, n. 3, Marzo 1979
Italian-American Business - Volume 32, 1981
Bit - Anno 3, n.6, Febbraio 1980
Micro e Personal computer - n. 5, 1980

DOCUMENTI IN ARCHIVIO

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Pubblicità Giano e Opus
Pubblicità dei sistemi Giano e Opus
Da Sperimentare Luglio/Agosto 1985

 

Siamo alla ricerca di ogni genere di informazione su questi computer. Chiunque abbia anche la più piccola informazione è pregato di contattarci.

Questa pagina vuole documentare i computer Amico 2000 che sono sopravvissuti ed arrivati ai giorni nostri. La lista comprende tutti i pezzi di cui conosciamo l'esistenza, identificati con un numero progressivo e, dove possibile, il nome del proprietario.
Inviateci una mail per segnalare il vostro computer, l'inserimento può avvenire anche in forma anonima.


#1 - Luigi Serrantoni N.1

amico 2000 emiliano
Foto Luigi Serrantoni

Versione A
CPU MOS MPS6502 del 1979
RAM 2 chip da 1K National MM2114N
PROM di decodifica 1 x Fairchild 93427 del 79 + 1 x Texas SN74s287N del 1979 
PROM SW Monitor MMI 6341-1J del 1980 (forse sostituita) - PROM Tape mancante
PIO GTE G65SC22P-1 del 1987 (non originale)
Circuiti integrati TTL Fairchild e Texas, datati 1979
Quarzo HC?? (case stagnato) collegato con reofori aggiuntivi
Zoccoli RAM RN bianchi, gli altri Texas neri
Regolatore mancante
Dissipatore mancante
Condensatori elettrolitici 100uF 25V grigi (BELLCON)

Note particolari
La scheda è stata parzialmente disassemblata.
Strip della porta di IO a 90 gradi. Strip registratore a 90 gradi.
Diodo alimentazione maggiorato, GI ... del 1979
Monta il diodo zener BZX... vicino a C2
Serigrafia bianca.
La prom del monitor è diversa dalla stanard, specifica per il sistema completo con tastiera e monitor.

Gentilmente fornito da Carlo Bonora.


#2 - Luigi Serrantoni N.2

amico 2000 emiliano
Foto Luigi Serrantoni

Versione A
CPU GTE G65SC02P-2 del 1987 (non originale)
RAM 4 chip da 1K National MM2114N-3
PROM di decodifica Fairchild 93427 del 1980 
Prom SW National ?
PIO National INS8255N
Circuiti integrati TTL Fairchild, Nationale e Texas, datati 1978-1980
Quarzo HC?? (case stagnato) con reofori sottili saldati direttamente sul PCB
Zoccoli 40 pin + 8 pin + 1 da 16 pin Texas neri, 2 zoccoli delle ram blu, gli altri RN bianchi
Regolatore National L340T5
Dissipatore a 10 alette sfalsate
Condensatori elettrolitici 100uF 25V grigi (KEA)

Note particolari
Strip della porta di IO diritti. Strip registratore diritti.
Monta il diodo zener vicino a C2
Serigrafia gialla.

Gentilmente fornito da Carlo Bonora.


#3 - Franco Messano

amico2000_franco
Foto Franco Messano

Versione A
CPU ?
RAM 2 chip da 1K SEMI, 2 chip da 1K National MM2114N-L
PROM di decodifica Fujitsu MB7052
Prom SW ?
PIO INS8255N della National
Circuiti integrati TTL Fairchild, National e Texas, datati 1979-1981???
Quarzo HC?? (case sembra stagnato) collegato con reofori aggiuntivi
Zoccoli 8pin e 24 pin Tesax neri, gli altri RN bianchi
Regolatore LM340T5 National
Dissipatore a 10 alette sfalsate NON anodizzate sui bordi
Condensatori elettrolitici ???

Note particolari
Strip della porta di IO verticali. Strip registratore verticali.
IC17 invece di essere un ULN2003 è un Motorola MC1413P

Il computer, acquistato in kit e costruito da Francesco Messano all'epoca, è ancora oggi perfettamente funzionante. Completo di imballo ed alimentatore. Le foto di questo esemplare sono disponibili nella galleria immagini,


#4 Mario O.

Ci ha gentilmente inviato il contenuto della PROM IC10 del suo esemplare, contenente il software per la gestione dell'interfaccia per il registratore a cassette.

Versione ?
CPU ?
RAM ?
PROM di decodifica Fairchild 93427 e 74S474
Prom SW ?
PIO ?
Circuiti integrati TTL?
Quarzo ?
Zoccoli?
Regolatore ?
Dissipatore ?
Condensatori elettrolitici ?


#5 Emiliano Lena

amico 2000 emiliano
Foto Emiliano Lena

Versione A
CPU Rockwell R6502-33 del 1980
RAM 2 chip da 1K OKI, probabilmente non è originale essendo datata 1984
PROM di decodifica Fujitsu MB70... (probabilmente MB7052)
Prom SW MMI 634... del 1980 (probabilmente   )
PIO INS8255N della National
Circuiti integrati TTL Fairchild, National e Texas, datati 1979-1980
Quarzo HC?? (case stagnato) collegato con reofori aggiuntivi
Zoccoli tutti RN bianchi
Regolatore 7805C Texas
Dissipatore a 10 alette sfalsate
Condensatori elettrolitici 100uF 25V blu (forse elna)

Note particolari
Strip della porta di IO verticali
IC17 invece di essere un ULN2003 è un Fairchild 9667PC
Confezione originale.


#6 - Marco O.

amico2000 marco orlandi fb
Foto pubblicata da Marco O. su Facebook

Versione A
CPU ?
RAM 4Kb
PROM di decodifica ?
Prom SW Fairchild, probabilmente 93448
PIO ?
Circuiti integrati TTL ?
Quarzo HC?? collegato con reofori aggiuntivi
Zoccoli tutti Texas neri
Regolatore ?
Dissipatore a 10 alette sfalsate
Condensatori elettrolitici ?uF ?V grigi

Note particolari
Strip della porta di IO verticali. Strip registratore a 90 gradi.
Monta i condensatori C7 e C8


#7 - Antonio Bove

Amico2000 AntonioBove
Foto Antonio Bove

Versione B (Versione con una sola PROM SW)
CPU ?
RAM 4Kb
PROM di decodifica ?
Prom SW ?
PIO ?
Circuiti integrati TTL ?
Quarzo HC?? (stagnato) collegato con reofori aggiuntivi
Zoccoli Per la maggior parte Texas neri. I 2 zoccoli a 40 pin sono RN bianchi
Regolatore ?
Dissipatore a 10 alette sfalsate

Note particolari
Il tasto con la freccia verticale è di un aplastica diversa rispetto agli altri
Antonio Bove, lo acquistò all'epoca in kit e lo costruì accuratamente. Dopo tanti anni è ancora perfettamente funzionante, anche se ha subito qualche piccola riparazione.


#8 - Pietro Todorovich (ex Mauro G.)

amico2000 piero todorovich
Foto Pietro Todorovich

Versione A
CPU ?
RAM 4Kb
PROM di decodifica ?
Prom SW 1 Fairchild 93448 + 1 ?
PIO National INS8255N
Circuiti integrati TTL Texas e Fairchild
Quarzo HC?? collegato con reofori aggiuntivi
Zoccoli tutti Texas neri tranne le RAm bianchi
Regolatore ?
Dissipatore a 10 alette in linea
Condensatori elettrolitici ?uF ?V grigi


#9 - Alessandro

Possiede una versione con 1 sola rom

Versione A
CPU ?
RAM ?
PROM di decodifica ?
Prom SW MM27580-B (forse Eprom nationalMM2758)
PIO ?
Circuiti integrati TTL ?
Quarzo ?
Zoccoli?
Regolatore ?
Dissipatore?
Condensatori elettrolitici ?


#10 - Roberto S.

amico2000 ebay
Foto Roberto S.

Versione A
CPU ?
RAM 2 x National MM2114N-L 4kB + 2 x Fairchild? 2114300 datacode 8038
PROM di decodifica 2 x Fujitsu MB7052 datacode 8020
Prom SW 1x MMI + 1x ?
PIO National INS8255N
Circuiti integrati TTL National, Fairchild, Texas
Quarzo ?
Zoccoli tutti bianchi tranne i 24 pin neri Texas
Regolatore Fairchild UA7805
Dissipatore a 10 alette in linea
Condensatori elettrolitici Blu

Note particolari
Serigrafia gialla.
Strip della porta di IO verticale. Strip registratore verticale.
Acquistato dal proprietario all'epoca dalla Asel in scatola di montaggio.
Completo di imballo originale.


#11 - Possessore sconosciuto - Ex Carlo S.

amico2000 ebay
Foto da inserzione Ebay

Esemplare venduto su ebay nel 2015

versione B con 1 EPROM al posto delle 2 ROM


 #12 - Daniele Dall'Asta

Amico2000 AntonioBove

 Versione con 1 sola PROM. Tutti gli zoccoli bianchi. Dissipatore con alette non sfalsate. Possiede anche l'imballo originale.

Link alla sua pagina.


#13 - Luigi Serrantoni N.3

amico 2000 completo
Foto Luigi Serrantoni

Versione B
CPU Rockwell R6502-11 del 1980
RAM 2 chip da 1K National MM2114N + 2 chip da 1K Texas TMS2114-25NL
PROM di decodifica  
Eprom SW National MM2758Q
PIO National INS8255N
Circuiti integrati TTL Fairchild, Nationale e Texas, datati 1980
Quarzo HC?? (case stagnato) con reofori grossi saldati con filo sul PCB
Zoccoli tutti RN bianchi
Regolatore Texas 7805C
Dissipatore a 10 alette in linea
Condensatori elettrolitici 

Note particolari
Versione montata nel case completa di schede di espansione. Il tasto di reset ed il slettore di debug non sono montati e portati su un pannellino separato con fili. I 4 led montati su una basetta separata.
Presenti scheda video, scheda controller floppy, .....
Strip della porta di IO diritti. Strip registratore angolati.
Il condensatore elettrolitico C2 è sostituito da un tantalio.
Monta il diodo zener vicino a C2
Serigrafia bianca.
Presenta un timbro sul PCB con logo ASEL che indica il collaudo.

Gentilmente fornito da Graziano Battello.


 #14 - Luca Seravalli

amico 2000 seravalli
Foto Luca Seravalli

Versione A Prototipo
CPU ?
RAM ?
PROM di decodifica  ?
PROM SW Fairchild ?
PIO ? INS8255N
Circuiti integrati TTL ?
Quarzo HC?? (case stagnato) con reofori grossi saldati con filo sul PCB
Zoccoli in parte texas, in parte RN bianchi
Regolatore ?
Dissipatore a 10 alette sfalsate
Condensatori elettrolitici ?

Note particolari
Si tratta probabilmente di un prototipo o comunque di un esemplare delle primissime produzioni. Oltre ai tasti non serigrafati ma identificati con dei trasferibili, manca il solder resist e le serigrafia. Il circuito stampato ha piccole differenze rispetto a quelli che conosciamo: manca il piano di massa sotto il dissipatore ed una piccola differenza vicino al connettore per il registratore a cassette.
Fu acquistato direttamente dal suo proprietario nel 1978/1979.


 

Alla fine degli anni 70 i microprocessori sono ancora qualcosa di completamente sconosciuto. I pochi appassionati che cominciano a studiare il promettente nuovo prodotto cercano di mettersi in contatto tra loro, e formano dei gruppi di hobbisti per scambiarsi materiale, esperienze e creare nuove opportunità. E' famoso il caso del gruppo californiano "Homebrew Computer Club", al quale parteciparono Jobs e Wozniak della Apple, Lee Felsenstein che progettò l'Osborne 1, e tanti altri personaggi che lasciarono il segno nella storia dell'informatica.
Meno noto è invece il caso del coevo G.A.M.E. (Gruppo Amatori Micro-Elaboratori) di Torino, un gruppo di appassionati studenti e professori del Politecnico. Da questo gruppo nasce il sistema a microprocessore PICO, o Picocomputer (non esiste una denominazione univoca) che, come per tanti altri progetti amatoriali del periodo, viene presentato e spiegato sulle riviste di elettronica amatoriale.

Il Pico viene pubblicato per la prima volta su una rivista a metà del 1979, precisamente sul terzo numero di Bit, una delle prime riviste di informatica italiane. Purtroppo la rivista non riporta una data. Gli articoli accreditano come autori, oltre al G.A.M.E., anche il Laboratorio Didattico di Elettronica Applicata dell'Istituto di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino.

Il primo articolo, intitolato Volete farvi un "PICOCOMPUTER"?, insegna a modificare una calcolarice tascabile per ottenere un terminale da utilizzare con un sistema a microprocessore. A questo ne seguiranno altri 4 sulla stessa rivista. Tutti gli articoli portano la firma di Dante Del Corso, componente del G.A.M.E., che pochi anni più tardi diventerà professore del Politecnico di Torino.

Parte Numero rivista Argomento Autore
I n.3 1979 Presentazione del sistema D. Del Corso
II n.4 9/10-1979 Scheda unità centrale D. Del Corso
III n.5 11/12-1979 Montaggio e collaudo + listati del monitor D. Del Corso
IV n.6  2-1980 Utilizzo del Picocomputer D. Del Corso
V n.7 4/5-1980 Uso del registratore a cassetta D. Del Corso

Nel secondo articolo inizia la descizione dei circuiti, ma è solo nel terzo, alla fine del 1979, che la forma del PICO viene finalmente svelata.

amico2000_franco
Foto da Bit n.5 - Novembre/Dicembre 1979

La scheda base, o CPU, oltre che dello Z80, è dotata di 2kB di RAM, una EPROM 2708 da 2kB, e l'interfacciamento con un bus denominato MUBUS, che consentirà future espansioni. La EPROM contiene un programma di monitor, pubblicato sulla rivista, che consente di interagire tramite la calcolatrice modificata per inserire i programmi, eseguirli e mostrarne i risultati.

Nel quarto articolo vengono spiegati alcuni esempi pratici di utilizzo, tre semplici applicazioni in ambito elettronico complete dei listati dei programmi.

Nel quinto ed ultimo articolo, sulla rivista di Aprile/Maggio 1980, viene presentato il primo progetto di espansione del Picocomputer: l'interfacciamento di un registratore a cassette per la memorizzazione di programmi e di dati.
Viene inoltre mostrata in una piccola foto una nuova scheda tastiera/display (non ancora descritta sulla rivista), che è montata in un contenitore di alluminio insieme alla scheda CPU. Il contenitore funge anche da dissipatore per l'alimentatore.

Sulla stessa rivista viene indicato che è possibile acquistare il Picocomputer presso la Mesa 2 di Milano. Le schede erano proposte in Kit di montaggio: 120.000 Lire per la scheda CPU, 50.000 per la scheda tastiera. Con la scheda per il registratore, la scatola e l'alimentatore si raggiungono le 210.000 Lire. Era disponibile anche montato e collaudato per 260.000 lire (senza alimentatore), una cifra ragguardevole nel 1980. Per dare un termine di paragone la rivista costava 2.000 Lire. Una pubblicità della Mesa 2 di qualche mese più tardi mostrerà prezzi leggermente diversi.

amico2000_franco
Pubblicita su Sperimantare di Novembre 1980

Dopo poco meno di un anno, a Novembre 1981, anche la rivista Sperimentare comincia a pubblicare una serie di articoli sul Picocomputer.

Parte Numero rivista Argomento Autore
I 11-1981  Presentazione del sistema Franco Sgorbani
II 12-1981  Schemi ed istruzioni di montaggio Franco Sgorbani
III 1-1982  Colaudo del sistema base Franco Sgorbani
IV 6-1982  Scheda video grafica Franco Sgorbani
V 7/8-1982  Istruzioni scheda video grafica Franco Sgorbani
VI 12-1982  Scheda espansione memoria Franco Sgorbani
VII 1-1983  Utilizzo del debugger e del BASIC Filiberto Boratto

Il prodotto si mostra in una versione aggiornata e viene proposto in diverse configurazioni. Il "sistema base" è composto da due distinte schede: la solita CPU ed una nuova scheda tastiera (la "Tastiera-PICO 2"), collocate ora in un contenitore richiudibile di materiale plastico.
La nuova scheda tastiera fornisce un tastierino esadecimale, un tastierino comandi, 8 display a led a 7 segmanti, ed integra l'interfaccia per il registratore a cassette ed il regolatore di tensione. La EPROM sulla scheda CPU conteneva già le routine per eseuire il trsferimento dei programmi o dei dati.

amico2000_franco

Con l'aggiunta di schede aggiuntive si poteva configurare un sistema molto evoluto, dotato di tastiera, interfaccia video e floppy disk.

amico2000_franco

Negli articoli su Sperimentare vengono descritti dettagliatamente sia la scheda video-grafica che l'espansione di RAM e ROM. Entrambi i circuiti stampati riportano la sigla "DDC", presumibilmente le iniziali del loro progettista: Dante Del Corso.

La nuova EPROM, oltre a contenere il Monitor e le routine per il registratore a cassette, integrava anche routine di base per gestire la scheda video-grafica.

Grazie alle espansioni era possibile installare sul PICO una versione ridotta del BASIC, più precisamente il Tiny Basic.
E' presumibile che si trattasse dell'adattamento eseguito da un altro componente del G.A.M.E., Franco Maddaleno, anche lui futuro professore del Poltecnico. La sua elaborazione de Tyny Basic, originalmente pubblicato sulla rivista Dr. Dobb's Journal nel 1976, era stata pubblicata sulla rivista Bit nei numeri 4 e 5 del 1979.

Questa nuova versione del Pico era prodotta e spedita dalla ditta GOMA di Torino. Le schede riportano nella serigrafia la scritta "GOMA-TO". La vendita per corrispondenza avveniva tramite la MICRO KIT d Parma, azienda che distribuiva i kit dei progetti apparsi sulla rivista.

La scheda CPU era disponibile sia in kit di montaggio (160.000 Lire) che montata e collaudata (190.000 Lire). La scheda tstiera costava 140.000 Lire in Kit e 170.000 Lire montata. A parte si poteva acquistare la scatola e l'alimentatore. Il costo totale del "sistema base" montato era di 345.000 Lire.

Sul computer fu pubblicato anche un libro, "Guida alla programmazione in Assembler Z80 sul PICO Computer" di Dante Del Corso, già autore degli articoli su Bit.

amico2000_franco

Il volume, che ha lo scopo di introdurre alla programmazione in assembler dello Z80, contiene una dettagliata descrizione della macchina ed adirittura le istruzioni di montaggio.

Siamo alla ricerca di ogni genere di informazione su questo sistema. Chiunque abbia anche la più piccola informazione è pregato di contattarci.

Qualche suggerimento su mete turistiche legate alla storia dell'informatica. Grandi e piccole destinazioni per organizzare un viaggio o rendere il vostro tragitto più interessante.
Non sono inclusi i Musei italiani ed i Musei stranieri già presenti nelle relative sezioni dei links.

 

Italia

Barbaricina (PISA) - Olivetti

Non presente in mappa. Posizione da identificare.

Una villa di Barbaricina, nei dintorni di Pisa, fu la prima sede dei laboratori di ricerca Olivetti che realizzarono il primo computer commerciale italiano, l'Elea 9003.

 

Cavaglià (BI) - Giardini Pier Giorgio Perotto

In memoria del noto ingegnere olivettiano, padere della Programma 101 e per anni direttore della Ricerca e Sviluppo della casa di Ivrea, il comune di Cavaglià ha intitolato un'area comunale, già nota come area dei Menhir. Si tratta del più grosso sito archeologico di Menhir del Piemonte, risalenti come minimo all’età del ferro.

Giardini Perotto
Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Foto Sciking

 

Ivrea - Stabilimenti Olivetti

Gli edifici dell'Olivetti sono visibili attraveso un percorso pedonale di circa due chilometri denominato Museo a Cielo Aperto dell'architettura Moderna di Ivrea.
Lungo i percorsi sono collocate sette stazioni tematiche informative, che illustratano le vicende inerenti l'impegno della Olivetti nel campo dell'architettura, dell'urbanistica, del disegno industriale e della grafica pubblicitaria e i contesti culturali in cui queste vicende si collocano.

 

Milano - CRC 102A

Non presente in mappa. Posizione da identificare.

Presso il Dipartimento di elettronica e informazione, nella sede distaccata del Giuriati, è visibile il CRC 102A, il primo computer messo in funzione in Italia, nel lontano Novembre del 1954.
Costruito a Los Angeles dalla Computer Research Corporation era sbarcato al porto di Genova l' 11 Ottobre dopo un viaggio in nave durato un mese. La macchina costò circa 135 mila dollari di allora, interamente finanziati dal Piano Marshall. Rimase in funzione fino al 1963.

 

Roma - Casa di Samuel Morse

In via dei Prefetti, al numero 17, c'è la casa dove abitò dal 1830 al 1831 Samuel Morse, l'inventore del telegrafo. Una lapide lo ricorda.

Casa Roma Morse
Foto Luigi Serrantoni 

 

Venezia - Negozio Olivetti in piazza San Marco

Realizzato nel 1958 per Adriano Olivetti dall'architetto Carlo Scarpa, il Negozio è stato restaurato a cura di Assicurazioni Generali, che lo ha affidato in comodato al FAI (Fondo Ambiente Italiano). All'interno del negozio sono esposti importanti pezzi della produzione Olivetti.

negozio olivetti venezia
Licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Foto tomislavmedak

Sito WEB: http://www.negoziolivetti.it

Collalto Sabino (Rieti) - Castello

Una lapide ricorda la figura di Massimo Rinaldi a Collalto Sabino. L'ingegnere romano, discendente da parte di madre (Alessandra Latini) da una antica famiglia del paese, ne acquistò il castello nel 1988 e lo restaurò negli anni 90.

lapide rinaldi collalto
Foto Marco Marinacci

Pregnana Milanese (Milano) - Mostra permanente della storia di un’azienda d’informatica

In piazza della Costituzione, attraverso pannelli informativi, viene raccontata la storia della Olivetti LRE e delle discententi General Electric Information Systems, Honeywell Information Systems, Bull e Compuprint, che avevano sede in questa cittadina. Il progetto è stato ideato da Pozzo di Miele, associazione degli ex dipendenti di queste aziende.

lapide rinaldi collalto

Nella piazza è stata installata una delle due insegne che sono state recuperate dalla facciata dallo stabilimento della LRE, rappresentante il logo dei laboratori. Quest'opera fu realizzata dal noto architetto Ettore Sottsass, che per Olivetti realizzò numerosi progetti di degign industriale, ed è ispirato alla forma della memoria a nuclei magnetici dell'Elea 9003, realizzta nei laboratori di Pregnana da Franco Filippazzi.

 

Germania

Berlino - Sede Zuse Apparatebau 

Una targa commemora a Berlino (Methfesselstraße 7) il luogo dove ebbe sede una delle aziende di Konrad Zuse. Qui fu realizzato il computer Z3 (1941) ed iniziò la costruzione dello Z4. 

2007-01-20 Gedenktafel Zuse Z3
Foto Axel Mauruszat

Hünfeld - Statua di Konrad Zuse
La città dove Zuse morì ha dedicato all'illustre concittadino una statua. Nel paese è anche presente un museo a lui dedicato.

zuse-hunfeld
Licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Foto Marrrci

Bad Hersfeld - Statua di Konrad Zuse
Nella città dove Zuse lavorò per tanti anni è possibile ammirare una sua statua.

 

Regno Unito

Cambridge - Sede Sinclair Research

Situata al 25 di WillisRoad, a Cambridge, fu la sede della Sinclair nel periodo degli home computer. Realizzata nei primi anni 80 ristrutturando una vecchia fabbrica di imbottigliamento diacqua minerale, è ora parte del campus dell'università. L'avveniristico interno è visibile in questo filmato d'epoca.

Alcune informazioni sulla Sinclaira a Cambridge sono disponibili qui.
Foto della struttura odierna sono visibili qui.

 

Londra - Casa natale di Alan Turing

Nel quartiere centrale di Maida Vale, sulla Warrington Crescent, c'è la casa (all'epoca un ospedale) dove il 23 Giugno 1912 nacque Alan Turing. Riporta una targa commemorativa. Maggiori informazioni qui.

 

Londra - Casa di Ada Lovelace

Sul lato nord di St James Square si trova la casa dove visse Ada Lovelace dal 1835, dopo il matrimonio con Lord King. E' presente una targa commemorativa. Maggiori informazioni qui.

 

Londra - Statua di Alan Turing

Una statua di Alan Turing è presente nei giardini di St Mary, a Paddington.

Turing and Seacole

 

Manchester - Alan Turing Memorial

La statua Alan Turing Memorial nel Sackville Park di Manchester ricorda il famoso scienziato.

450px-Alan Turing Memorial Closer

 

Manchester - Laboratori Università

In Bridgeford Street si trovano i laboratori dell'Università di Manchester dove erano realizzati i calcolatori elettronici. Nel Rutherford Building i professori William e Killburn realizzarono il primo computer a programma memorizzato: il Baby (1948). Il suo famoso sucessore Mark I fu installato nell'adiacente Coupland Building 1, dove aveva anche il suo ufficio Alan Turing.

 

williams killburn plaque
Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.0 Foto Peter Huges

Maggiori informazioni qui.

 

Wilmslow - Casa di Alan Turing

Turing visse e morì al 43 Adlington Road, Wilmslow, Cheshire. Una targa lo ricorda.

Turing Plaque
Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Foto Joseph Birr-Pixton

USA

Palo Alto - Grage prima sede della HP

Al 367 di Addison Avenue a Palo Alto, California, si trova il famoso garage che ha visto nascere, nel 1939, la Hewlett-Packard.Maggiori informazioni qui.

garage hp
Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.0 Foto Wayne Hsieh

 

Los Altos - Grage prima sede della Apple

Il garage dove è iniziata l'avventura della Apple si trova a Los Altos, 2066 Crist Drive.

apple garage
Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale 2.0 Foto Shugo Nozaki

Redmond - Campus Microsoft - Visitor Center

Il quartier generale della Microsoft si trova a Redmond, nello stato di Washington. Il centro (15010 NE 36th Street)racconta  "la visione, i prodotti, la cultura e la storia di Microsoft".

 

Mountain View - Shockley Semiconductor Laboratory

Al 391 della San Antonio Road esistevano i laboratori della Shockley dove furono prodotti i primi transistor. E' considerato il luogo di nascita della Silicon Valley. Ora è un supermercato, ma un cartello ed una targa sul marciapiede lo ricordano.

ShockleyBldg

 

Washington - Sede della Hollerith

Nel quartiere di Georgetown, sulla 31th street, esiste ancora l'edificio che ospitò nel 1892 la sede della Hollerith. In questa fabbrica vennero prodotte le prime tabulatrici a schede perforate. La fabbrica divenne poi della IBM, che continuò la produzione in questa sede fino alla seconda guerra mondiale. Una targa lo ricorda.

hollerith washington
Foto Luigi Serrantoni

 

Cupertino - Olivetti Advanced Technology Center
Al 10430 di DeAnza Blvd avevano sede i laboratori di ricerca della Olivetti. Qui furono progettati l'M20 e l'M24.

Philadelphia - Luogo di installazione dell'ENIAC

Nel Moore School Building, 200 South 33rd Street, fu installato l'Electronic Numerical Integrator And Computer, ovvero l'ENIAC. Una targa lo ricorda. Nell'edificio sono conservate parti del calcolatore.

 

San Diego - Portaerei Midway

Nel porto di San Diego è possibile visitare la portaerei Midway, entrata in servizio al termine della seconda guerra mondiale e ritirata nei primi anni '90. La nave è ora un museo, il USS Midway Museum. Sulla nave è possibile ammirare un computer UNIVAC CP-642B, che fui qui installato nel 1963 per la gestione della strumentazione di navigazione.

 

I bar della Silicon Valley

La storia della silicon valley è densa di avvenimenti accaduti nei bar, veri e propri luoghi creativi di numerosi protagonisti della storia dell'informatica, come i meeting dell'Homebrew Computer Club al "The Oasis" di Menlo Park. Per lo più questi luoghi non commemorano questi passati avvenimenti, ma può far piacere andare a bere qualcosa dove Woz e compagni rivoluzionavano l'informatica moderna. Un elenco e le storie di questi bar è disponibile in questo articolo.

 

Breve storia aziendale

Nel 1959 Massimo Rinaldi fonda a Roma la Transimatic, azienda che in seguito diventerà la IME S.p.A. (Industria Macchine Elettroniche), società del gruppo Edison.
La data di formazione della IME è sconosciuta, ma ritengo sia avvenuta nel 1963 o 1964, in quanto i primi brevetti aziendali furono presentati ancora come Transimatic.
La sede della IME è a Pomezia, vicino a Roma, in un'area industriale che ospita numerose aziende, grazie all'inclusione della cittadina nel territorio della Cassa del Mezzogiorno.
L'azienda si dedica alla costruzione di calcolatrici elettroniche e, in seguito, di sistemi contabili.

Rinaldi, che è direttore della ricerca e sviluppo, lascia l'azienda nel 1969, e fonda la INSEL S.p.A. (Industria Sistemi Elettronici), con sede a Roma, che progetta e produce sistemi informatici.
Lo stesso anno la Montedison (nata nel 1966 dalla fusione di Montecatini ed Edison) incorpora la IME nel nuovo guppo Montedel, che riunisce in un'unica struttura le sue medie aziende dell'elettronica, inclusa la Laben di Milano, che tra le altre cose produce un minicomputer.

Nel 1973 l'azienda conta 370 dipendenti.

Alla fine del 1977 la Montedison decide di mettere in liquidazione la IME. La rete comemrciale viene smantellata e comincia una lunga vertenza sindacale, che porterà, a Novembre 1978, all'acquisizione dell'azienda da parte di un gruppo privato, la Mds Italia di Carmine Palladino. Dei 231 dipendneti vengono riassorbiti 187 lavoratori, gli altri 44 passeranno ad altre aziende elettroniche Montedison della zona. La nuova proprietà dovrebbe rilanciare l'azienda, anche grazie ai concordati fondi statali che però non arriveranno. Inizia così un lungo periodo di cassa integrazione per 120 lavoratori, mentre i rimanenti si occupano della commercializzazione di prodotti importati dal Giappone.
Si giungerà, nel 1980, ad una nuova cessione. La IME viene acquisita dalla Elit-Micromegas di Pisa, azienda attiva nella progettazione e realizzazione di sitemi a minicomputer, che dedicherà la IME alla produzione di sistemi word processing e di elaboratori elettronici.

 

I prodotti IME

Nel 1964 la IME presentò una delle prime calcolatrici a transistor al mondo, la IME 84, progettata da Rinaldi stesso.

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IME 84 - Foto © technikum29

Con l'uso della nuova tecnologia si otteneva un prodotto veloce, affidabile e preciso. La IME 84 eseguiva le 4 operazioni di base e calcolava l'elevamento a potenza con la capacità di 16 cifre, rendendolo appettibile soprattutto al mercato del calcolo scientifico.
La tecnologia utilizzata era quella dei transistor al germanio. La memoria era di tipo a nuclei magnetici, costosa ma veloce.
Il modello IME 84 fu presto affiancato da un modello semplificato, l'IME 84 M, e da un modello evoluto, l'IME 84 RC che permetteva di collegare alla calcolatrice fino 4 tastiere esterne, che non potevano però essere utilizzate contemporaneamente.

Circa nel 1967 viene presentata la IME 26, una versione ridotta e più economica della IME 84 con sole 12 cifre, destinata ad applicazioni commerciali.

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IME 26 - Foto da depliant IME

Alla serie 84 fece seguito la IME 86, una versione simile ma potenziata, pensata per essere il cuore di un sistema di calcolo complesso composto da numerose componenti. Fu prodotta in diverse versioni, la più diffusa fu la IME 86S, che integrava la apprezzata funzione di calcolo automatico della radice quadrata (opzionale sugli altri modelli), una performance di lusso per l'epoca. La lettera S indicava infatti questa importante caratteristica (dall'inglese Square).

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IME 86 - Foto Devidts Serge

Alla IME 86 potevano essere collegati fino a 16 tastiere esterne, stampanti, memorie di espansione (MS-306) ed unità di programamzione, inclusi i DIGICODER DG-308 e DG-408, che permettevano di trasformare la macchina in una calcolatrice programmabile.

Verso la fine degli anni 60 inizia la produzione di una serie di calcolatrici più semplici ed abbordabili con i modelli IME 120, IME 121 ed IME 122,dove la tecnologia dei transistor al germanio viene soppiantata dalla ormai affermata ed economica tecnologia dei circuiti integrati. Questi modelli, di dimensioni notevolmente ridotte, mantengono la visualizzazione con display nixie, e sono limitate a 12 cifre. La memorizzazione dei dati rimane affidata ad una memoria a nuclei di ferrite, che in questo modello viene pienamente sfruttata con la memorizzazione dei dati anche a macchina spenta.

Filmato di una IME 122S

Nel catalogo IME entra, nel 1971, anche una macchina scrivente, la IME 514, una grossa calcolatrice da tavolo che incorpora una complessa stampante al posto del display a tubi nixie. Anche questa calcolatrice utilizza circuiti integrati.

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IME 514 - Foto da depliant IME
Gentilmente fornita da Devidts Serge

Il modello IME 141, probabilmente del 1973, utilizza invece una serie di chip custom della AMI, e sfrutta per la visualizzazione 16 display a tubo fluorescenti. Il display è sostituito da una stampante nella IME 141P. La versione top di gamma, la IME 144P, era dotata di tasti aggiuntivi e permetteva di eseguire calcoli e stamparne in sequenza i risultati.

Nei primi anni 70, probabilmente a causa delle mutate condizioni del mercato, la IME comincia a commercializzare anche prodotti realizzati dagli allora emergenti costruttori asiatici, che sfruttano i vantaggi dei nuovi circuiti integrati dedicati prodotti dalla Rockwell e dalla Texas Instruments.

Nascono così le macchine scriventi IME 120P ed IME 131P, dotate di stampante ma non di display. Quest'ultima risulta simile alla FORDS 122PD, che utilizza componentistica Rockwell.

Faranno seguito altri modelli da tavolo, come la compatta IME 401, dotata di display fluorescente, ma senza stampante. Pur essendo marcata "Made in Italy" era probabilmente prodotta in Giappone. Risulta simile alla Busicom 100DA.

calcolatrici ime 1975
Le calcolatrici IME in una pubblicità del 1975

Sul modello IME 41, sempre da tavolo, con display a tubi nixie, e senza stampante, era invece chiarimente indicato che era prodotto in Giappone. Risulta simile alla Busicom 121DB.

Negli anni 70 vengono commercializzate anche una serie di calcolatrici tascabili a batterie, con display a LED o fluorescente, la serie min IME (min IME - ~ 1973, min IME2 - ~ 1974, min IME 3 - ~ 1975, min IME 5 ~ 1977, e min IME 6). Anche questi prodotti furono realizzati nell'est asiatico.

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Calcolatrice min IME 6 - Foto Simone Bartolini

Va inoltre ricordato che IME si impegnò nella realizzazione di complessi sitemi contabili, con il modello IME 10001 bookkeeping machine del 1973.

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IME 10001 - Foto da pubblicità del 1973

Queste macchine, in realtà veri e propri calcolatori, erano utilizzate per applicazioni contabili, come la fatturazione, l'elaborazione delle paghe, la gestione del magazzino.
Il prodotto ebbe un buon successo, anche grazie ad un prezzo accessibile se comparato con i calcolatori (dai 6 ai 9 milioni di lire). Una società svizzera costruiva l'IME 10001 su licenza.

Al modello IME 10001 fecero seguito i modelli IME 10003 (1975) ed IME 10005, dotato di floppy disk da 8 pollici.

 

LINK / FONTI

I primi quarantanni - storia (vera) della più longeva azienda italiana di informatica (con simpatici episodi collaterali), Edizioni Bellucci, 2006
Io do l'azienda a te, tu dai una lira a me. (Le vicende dell'IME). Gf. Modolo, L'Espresso, 26/177
Catalogue de l'informatique, Volume F, Henri Boucher
Le aziende Montedel sotto la minaccia della smobilitazione, l'Unità, 18 Marzo 1973
Alla IME un accordo che salva lavoro e produzione, l'Unità, 9 Novembre 1978
IME: «salvata» dal ministero anni fa, ora è di nuovo in crisi, l'Unità, 12 Febbraio 1982

http://www.devidts.com/be-calc/desk_13970.html (IME 84)
http://www.technikum29.de/en/computer/transistors (IME 84)
http://www.vintagecalculators.com/html/ime_84rc.html (IME 84RC)
http://www.oldcalculatormuseum.com/c-ime86.html
 (IME 86S)
http://www.computinghistory.org.uk/det/5475/IME-86-S-Desktop-Programmable-Calculator/
(IME 86S)
http://www.devidts.com/be-calc/desk_34301.html
(IME 120)
http://computermuseum.informatik.uni-stuttgart.de/dev_en/ime_122/ (IME 122)
https://plus.google.com/photos/114151676547543754544/albums/5759088206700167569?banner=pwa (IME 514)
http://www.devidts.com/be-calc/ED/desk_44187.html (IME 514) 
http://www.devidts.com/be-calc/desk_33412.html
(IME 131P)
http://www.devidts.com/be-calc/desk_15634.html (IME 141)
http://web.tiscali.it/city/rare_calc3.htm (IME 401)
http://www.devidts.com/be-calc/ED/IME/desk_43561.html (IME 41)
http://mycalcdb.free.fr/main.php?l=0&b=185  (miniIME 2-3-5)
http://www.devidts.com/be-calc/ED/desk_42450.html (IME 10001)

 

DOCUMENTI IN ARCHIVIO

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Depliant IME 26
Depliant IME 26 in russo (Documento sul sito http://sfrolov.livejournal.com)

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Listino prezzi IME
Listino prezzi tedesco dell'IME.
Datato 1 Maggio 1969. (Documento sul sito http://www.peterkernwein.de)

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Manuale d'istruzione IME 86 S
Manuale d'istruzione IME 86 S in italiano. (Copia locale del documento prelevato dal sito http://hmr.di.unipi.it, non più disponibile)

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Manuale IME 26
Manuale IME 26 in inglese (Documento sul sito http://frank.pocnet.net)

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Manuale IME Digicorder
Manuale del IME Digicorder, programmatore a memoria magnetica per la IME 86 S. (Copia locale del documento prelevato dal sito http://hmr.di.unipi.it, non più disponibile)

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Pubblicità IME 10001
Pubblicità IME 10001
da Panorama 13 Dicembre 1973 Gentilente fornita da VintAds del Museo del Calcolatore "Laura Tellini"

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Pubblicità IME 84
Pubblicità IME 84
da Ufficio moderno, 1964 Gentilente fornita da VintAds del Museo del Calcolatore "Laura Tellini"

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Pubblicità IME 84 - UK
Pubblicità inglese della IME 84
Da The Computer Journal, Maggio 1966

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Pubblicità USA IME 86s
Pubblicità americana dell'IME 86s, primi anni 70. (Documento sul sito http://oldcalculatormuseum.com)

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Manuale d'istruzione IME 86 S in inglese
Manuale d'istruzione IME 86 S in inglese. (Documento sul sito https://dopecc.net)

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Depliant IME 86S USA
Depliant IME 86S della IME USA  

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